La tecnologia contribuisce a formare le aspettative sociali
Negli ultimi anni, in particolare tra il 2020 e il 2023, abbiamo assistito ad una forte accelerazione nell’innovazione tecnologica, sociale e organizzativa.
In particolare, gli sviluppi tecnologici sostenuti durante la pandemia hanno dato una sferzata significativa alla velocità di cambiamento delle società, e hanno aiutato a mettere in luce alcune grandi sfide da affrontare su scala globale, quelle che fino ad alcuni anni fa un gruppo ristretto di ricercatori chiamava megatrend.
Oggi i megatrend sono diventati patrimonio del dibattito comune: nel nostro quotidiano possiamo parlare con colleghi, colleghe o amici, di crisi demografiche, di andamenti dei flussi migratori, dei problemi del riscaldamento globale o della necessità di sviluppare un pensiero sostenibile senza essere additati come alieni.
In questi anni, come società, ci siamo preoccupati sempre più del futuro che, data la sua velocità di cambiamento, appare ogni giorno più vicino e al tempo stesso più ambiguo da decifrare e prevedere.
Si parla spesso a proposito di VUCA, dove l’acronimo caratterizza i tempi in cui viviamo: volatility, ambiguity, complexity, ambiguity. Detta in altre parole: la tecnologia cambia tutto così in fretta che è difficile prevedere dove si andrà.
Gli sviluppi tecnologici impattano sulle nostre opportunità di azione, e di riflesso generano aspettative su che cosa possiamo desiderare come comunità.
Vengono così a modificarsi e plasmarsi i valori su scala collettiva: a quale idea di società vogliamo tendere? A che tipo di mondo aspiriamo? Che cosa reputiamo sia giusto e cosa no sulla base delle possibilità che abbiamo oggi a disposizione?
Le organizzazioni sono soggetti aggregatori e amplificatori di relazioni sociali
A metà degli anni ’90 andava in onda una serie molto celebre tra i millennials. I Power Rangers erano supereroi umani che per combattere i nemici si trasformavano in robot dalla sembianza di dinosauro, i Dinozord. Quando i nemici erano particolarmente temibili, i robot mettevano insieme le loro forze per formare il Megazord, un titanico robot dalle sembianze umane.
Prendendo in prestito questo riferimento culturale, potremmo definire le organizzazioni i Megazord delle relazioni sociali.
In qualità di soggetti aggregatori di interessi, intenzioni e azioni collettive, le organizzazioni hanno un ruolo cruciale nel veicolare azioni e messaggi.
In questo senso, le azioni intraprese dalle organizzazioni generano effetti amplificati nella società, speso più forti dell’azione dei singoli, da cui l’interesse e l’attenzione nei confronti di queste forme di azione collettiva: le organizzazioni hanno il potenziale di catalizzare (o, in negativo, rallentare) i cambiamenti sociali.
Ma tale dinamica è, per definizione, bidirezionale: così come le organizzazioni veicolano messaggi verso l’esterno, anche l’esterno genera aspettative verso le organizzazioni.
Questa bidirezionalità è resa sempre più intensa dall’iperconnessione generata dalle tecnologie: le organizzazioni esistono sempre più nella misura in cui le loro comunità di riferimento ne legittimano e validano la loro stessa esistenza.
Non è tanto e solo un tema qualificare l’azione intrapresa, ma piuttosto di valutare la qualità e la coerenza del rapporto tra azione e reazione.
Detta in altre parole, se sono un’organizzazione e la mia comunità di riferimento (il cliente) chiede di adottare un approccio più sostenibile e attento all’uso risorse, io, come organizzazione, se voglio continuare ad esistere nel mercato, dovrò tenere conto di queste richieste, producendo prodotti più sostenibili e di fatto apportando modifiche al mio modello di produzione. Sarà poi il cliente a valutare se le azioni che ho intrapreso per dare risposta alle richieste siano davvero coerenti con le sue aspettative.
Il ruolo del settore pubblico
Questo è valido anche, ma sarebbe forse meglio dire “ancor di più”, per il settore pubblico, specchio, per sua natura, della società in cui viviamo. Seguendo questa linea di ragionamento, anche la comunità di riferimento del settore pubblico, quindi i cittadini, generano aspettative verso il settore pubblico, e su queste aspettative il settore pubblico è chiamato a dare risposte (azioni) che saranno giudicate più o meno coerenti dai cittadini stessi (reazioni).
Da cui la domanda: “Come fare in modo che le azioni della pubblica amministrazione continuino ad essere coerenti con le aspettative di una società in continuo cambiamento?”.
In un contesto come quello pubblico, fatto legittimamente di regole e norme che devono garantire la parità di trattamento, l’impresa non è semplice, e difficilmente si può dare una risposta univoca e immediatamente omnicomprensiva a una tale domanda. A questo si aggiunga che le regole hanno quasi sempre tempi più lenti di sviluppo rispetto agli effettivi progressi della società.
Si può però ragionare per piccoli pezzi, ed è su questo che vogliamo focalizzarci.
Come C.O. Gruppo, conosciamo bene le domande di cambiamento: ce ne occupiamo da oltre trent’anni, e il tema ci accompagna ogni giorno nel fronteggiare le nuove sfide e le nuove asticelle che si alzano via via nel tempo.
Dei vari percorsi su cui stiamo lavorando su questo tema, uno in particolare riguarda il potenziamento delle competenze individuali dei dipendenti pubblici. Non è l’ennesimo corso di formazione sulle soft skill. È qualcosa di più, che parte da un ragionamento sulle premesse di partenza, e che pone l’attenzione all’analisi dei requisiti richiesti dalla società odierna e futura, e dà risposta a una domanda ambiziosa: “quali competenze relazionali deve sviluppare il dipendente pubblico per fronteggiare le sfide future?”
Ce lo chiede l’Europa, ma anche un po’ casa nostra
Da ottobre 2022 siamo saliti a bordo di un progetto europeo ambizioso. Si chiama “EntrePubl, Developing the digital and entrepreneurial skills of public sectors employees”, durerà fino al 2025 ed è co-finanziato dal Programma Erasmus+ dell’Unione Europea.
L’obiettivo prioritario è quello di promuovere la mentalità digitale ed imprenditoriale dei dipendenti degli Enti Locali nei diversi paesi partner, attraverso lo sviluppo ed il pilotaggio di un nuovo curriculum formativo.
Il curriculum formativo, destinato prioritariamente ai dipendenti comunali, sarà composto da 8 moduli di 5 ore ciascuno, per un totale di 40 ore complessive, erogate in modalità blended (online/ in presenza, con approfondimenti individuali/ confronto con il docente/ peer-learning).
Parliamo di argomenti tra i quali la creatività, il pensiero etico e sostenibile, l’autoconsapevolezza e la gestione di sé, lo sviluppo dello spirito di iniziativa, la creazione del valore all’interno delle organizzazioni, l’uso consapevole delle risorse (materiali e immateriali), l’alfabetizzazione finanziaria e dei dati.
Il raggruppamento si compone di 8 partner ed è formato da organizzazioni non governative, associazioni, imprese ed enti pubblici provenienti da 6 paesi: Belgio, Grecia, Italia, Cipro, Slovacchia e Romania.
Bantani Education – Ente capofila | Belgio | https://bantani.com/ |
Servizio Pubblico della Vallonia | Belgio | http://https/:emploi.wallonie.be |
Accademy of Entrepreneurchip Astiki Etaireia | Grecia | https://akep.eu/ |
GOVHACK | Grecia | https://govhack.gr/ |
C.O. GRUPPO SRL SB | Italia | http://www.cogruppo.it/ |
T-HAP LTD | Ciprio | https://www.t-hap.com/ |
ICEP s.r.o. | Slovacchia | https://www.iceponline.com/ |
Città di Galati | Romania | https://www.primariagalati.ro/ |
I framework europei di riferimento
Le competenze chiave del curriculum di EntrePubl fanno riferimento a due “tassonomie” (framework) tra loro complementari che costituiscono standard di riferimento a livello europeo:
Il percorso così progettato si rivolge a due categorie di utenti:
Utenti target e utenti beneficiari dell’intervento
Gli utenti target – Formatori
Nei confronti dei formatori (utenti target), il progetto mira a:
- Fornire un’opportunità di aggiornamento dei propri approcci, strumenti e prodotti formativi.
- Promuove e sostenere l’adozione di pratiche digitali efficaci e innovative nella Pubblica Amministrazione per la formazione degli addetti del settore.
- Promuovere l’applicazione degli aspetti del pensiero imprenditoriale utilizzando un approccio digitale nella realtà lavorativa, puntando così a un più generale rafforzamento delle competenzeprofessionali dei formatori coinvolti nelle azioni di progetto.
- Rafforzare e diversificare l’uso di soluzioni flessibili di apprendimento nella formazione online, favorendo, altresì, il riconoscimento formale delle competenze dei formatori.
- Fornire prodotti e strumenti formativi accessibili.
Gli utenti beneficiari – i dipendenti pubblici
Nei confronti dei dipendenti pubblici (utenti beneficiari), il progetto mira a:
- Introdurre i temi della mentalità e delle competenze imprenditoriali all’interno di contesti e culture organizzative tradizionalmente lontane da questi approcci.
- Rafforzare l’approccio al lavoro digitale come strumento utile ad ottimizzare tempi, spazi e risorse nel settore pubblico.
- Trattare il tema della mentalità imprenditoriale come driver di cambiamento dell’agire organizzativo, promuovendo logiche di lavoro a progetto, che prevedano una pianificazione, esecuzione e verifica dell’azione intrapresa.
- Includere temi formativi innovativi e sempre più rilevanti nella società odierna, quali ad esempio, il pensiero creativo, l’autoconsapevolezza, il pensiero etico e sostenibile, la capacità di iniziativa, la gestione responsabile delle risorse.
- Promuovere le capacità dei dipendenti pubblici e degli amministratori locali di apportare cambiamenti positivi e fornire servizi al passo coi tempi, attraverso un programma formativo su misura.
Investire nel valore delle relazioni ai tempi dell’intelligenza artificiale
In un mondo sempre più influenzato dalla tecnologia, la consapevolezza di sé e del proprio agire diventa un tema chiave per poter gestire -e non subire- gli strumenti tecnologici che occupano in modo sempre più pervasivo il nostro tempo di vita privata e di lavoro.
Per questo, riteniamo che investire sulle competenze relazionali, di gestione consapevole di sé, degli altri e delle risorse con cui operiamo sia un’attività fondamentale per tenere il passo del progresso tecnologico in corso.
In questo senso, competenze relazionali e tecniche non si contrappongono in antitesi, ma vengono concepite in una complementarietà sinergica, in grado di garantire uno sviluppo guidato e più consapevole della società.
Le organizzazioni, in qualità di soggetti aggregatori, hanno la responsabilità di dare un buon esempio, perché le loro azioni e i loro comportamenti influenzeranno più dei singoli il mondo in cui viviamo (e in cui vogliamo vivere).
A maggior ragione il settore pubblico, in cui si specchia e ri-specchia la nostra società.
Nella logica dei piccoli passi, riteniamo che questo progetto rappresenti l’inizio di una riflessione che, anche grazie ai risultati che raccoglierà sul campo, contribuirà ad arricchire il dibattito sulle competenze relazionali in ambito professionale, tema che sarà crediamo sarà sempre più rilevante a fronte dei progressi tecnologici futuri.
Per saperne di più
Se vuoi conoscere di più del progetto visita il sito https://www.entrepubl.eu
Sei un Ente Locale, ti interessa il progetto e vorresti offrire un corso di formazione gratuito al tuo personale? Scrivici!