Miscela: comunicazione strategica.

Un magazine patinato come strumento per ripensare il modo di fare comunicazione.

La nostra proposta

Abbiamo aiutato Malossi Spa a ritrovare uno stile compatto, omogeneo, per innescare un processo di razionalizzazione anche organizzativa del modo di fare comunicazione. Si è trattato di riscoprire uno stile già esistente nella pratica, nel modo di essere marchio, nelle idee e nelle capacità altissime caratteristiche di questo marchio.

La sfida è stata riportare l’azienda dove già era, facendovi assumere un tono brillante, attento alla comunità dei vostri clienti e fan. Senza inventare niente che non fosse già nella vostra Storia. L’idea è stata creare un artefatto comunicativo in grado di continuare a produrre effetti nel tempo, ponendosi come benchmark per ogni futura presenza del marchio sul mercato, tra i competitor, con i clienti e soprattutto con la propria comunità di riferimento.

Come abbiamo lavorato

Siamo partiti da 3 obiettivi:

  1. Valorizzazione dei contenuti intrinseci alla produzione: razionalizzare delle attività di mktg e comunicazione e rafforzamento della cultura aziendale
  2. Canalizzazione della conversazione sul marchio: posizionamento dell’identità di marchio nello scenario competitivo e intercettazione dei tematismi e dello spirito originale
  3. Manutenzione delle comunità di pratica: narrazione dei modi di ‘essere marchio’, alimentazione della passione intergenerazionale, ricompensa della fedeltà dei clienti fidelizzati

Cosa abbiamo prodotto

La madre dell’intera operazione è stato il magazine Miscela (qui un articolo dell’azienda sull’esperienza). Il punto di riferimento iconico che ha innescato le altre azioni di redesign, fino ai prodotti più ordinari. Un prodotto inizialmente nato come brochure, diventato un magazine degno di pubblicazione, che sicuramente merita di essere continuato. 

Un ‘oggetto del desiderio’ destinato a durare, la cui presenza genera un posizionamento alto e innesca cambiamento. To be continued.

L’editoriale

Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, per affrontare solo i fatti essenziali della vita, e per vedere se non fossi capace di imparare quanto essa aveva da insegnarmi, e per non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto. Volevo vivere profondamente, e succhiare tutto il midollo di essa, vivere da gagliardo spartano, tanto da distruggere tutto ciò che non fosse vita […]. (Walden, Henry David Thoreau). 


L’ultima volta che siamo stati felici. Non me la ricordo. O forse sì: non c’era niente di particolare, solo che eravamo tutti insieme, respiravamo a pieni polmoni. Ricordo l’aria, il fiato corto, un senso di ebbrezza – eppure non avevamo nemmeno bevuto. L’ultima volta che siamo stati felici eravamo al centro del mondo, un niente nell’universo, uno sputo, eppure ci sentivamo tutto, dentro e fuori, ecco in quel momento c’era come un lampo – una folgore – un raggio gamma, non so – ci colpiva e tutto aveva senso, tutto tutto – anche il profondamente insensato.  

Siamo a fine 2019 ed è sempre più chiaro a tutti che il mondo come l’abbiamo conosciuto non può continuare così. Ci sembra di avere scolpito questo stile di vita nel nostro DNA: per essere felici bastano un paio di scarpe una serie tv un weekend – ma noi lo sappiamo che ci serve altro, che per essere felici dobbiamo essere liberi. Liberi di andare, senza vincoli, andare per andare a scoprire, a farsi sorprendere dall’inatteso, andare per perdersi, andare per sporcarci le mani di olio e la faccia di schizzi di fango, andare per sentire le farfalle nello stomaco al salire dei giri del motore, per staccare prima della prossima curva. 

Che non basta girare la manopola del gas per sentirsi vivi, ma aiuta. Non basta fermarsi ad aiutare un amico in panne, ascoltare il battito anomalo in testa, arrivare in cima a un tornante, chinarsi sul manubrio per non prendere aria. Non ci fa essere meno umani di quello che siamo, meno condannati a sbagliare e a ripetere gli stessi errori. Basta, allora, per farci sentire vivi. Vivi come un marchio che pulsa, incapace di fermarsi, persone appassionate come il primo giorno, che lavorano con attenzione maniacale con giocattoli. Per adulti: ma a luci rosse-gialle-arancioni.  

Hai nelle mani una Miscela di robe belle pensate per ricordarci di essere liberi, prima di tutto. Liberi e non omologati, unici e diversi e per questo parte di un grande infinito cosmico, al centro del mondo e belli perché ammaccati arrugginiti e con quel particolare cromato e scintillante, essenziale e visibile solo agli occhi di chi ci vuole bene.  Miscela è il tuo survival kit, il tuo manuale contro l’omologazione. Un mix di attrezzi strumenti consigli per affrontare la paura di crescere, di cambiare, di evolvere. Di essere chi sei.  

Agitarsi prima dell’uso.  
 

Andiamo!

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